al cuore della casa
Le labbra serrate, il disorientamento, la vertigine, i pallori e la polvere secca delle macerie che imbianca sulla mia bella giacca blu.
A settentrione e a meridione troneggiano agglomerati di torri e tetti e guglie residui dei fasti d’una vita in comune mentre nei muri degli orti regnano indisturbate icone e campane.
Quel bronzo e quelle vernici sono testimoni di una storia interrotta e araldi annuncianti ben ‘altro’. Ma non ancora voci. Solo stampi di antichi affreschi e rintocchi sospesi.
Donna e uomo, perfettamente immobili nella sabbia di polvere, trattengono in mente intenzioni mute che sbaglieremmo a pensare ‘parole’ e invece sono rosse madonne sistemate negli angoli piu intimi di un’isba.
Sono idoli di salvezza dalle quotidiane infelicità cui portiamo l’amore, in forma di un cuore sproporzionato, a ripararsi dai malefici, a scaldarsi al petto di quelle dee ogni sera di nuovo incendiate dall’ombra che sale sul muro.
(E pensare che solo* ieri leggevamo come sia che gli orientali depongono ceramiche d’oro al cuore interno della casa affinché vengano tinti dal sangue della luce che muore per arrivare fin là lasciando frammenti di vita ogni volta che traversa ciascuna delle sottili pareti di carta di riso….!)
(*)nota: ahimè, solo ieri è già troppo.